Il Movimento Cinque Stelle si spacca, una parte della base guarda ad Alessandro Di Battista, che resta come un’ombra alle spalle di Di Maio.
Il caso Tav (o meglio il caos Tav) ha riportato alla ribalta il nome di Alessandro Di Battista. La base del MoVimento 5 Stelle guarda a lui come il custode dei valori originari dei pentastellati.
I passi indietro di Di Maio
Di Maio, che nell’anno al governo ha dovuto fare un passo indietro su diverse promesse elettorali (Ilva ma non solo), paga lo scotto del mandato zero e del via libera alla realizzazione dell’alta velocità tra Roma e Lione.
Un popolo spaccato in due
E nel Movimento Cinque Stelle sono sempre di più quelli che non riconoscono Di Maio come il leader. È stato corrotto dai compromessi, una cosa inevitabile in un governo in co-abitazione con una seconda forza di governo che dal nulla è diventata il primo partito in Italia.
La base del Movimento Cinque Stelle guarda ad Alessandro Di Battista
Il Movimento 5 Stelle è spaccato in due. Da una parte ci sono Di Maio e i suoi, che sono convinti del fatto che rimanere al governo sia la via migliore per dimostrare agli italiani che il M5S è il partito del fare. Questo scenario prevede inevitabilmente un compromesso con sé stessi. Una rinuncia sulla riforma fiscale, un passo indietro sul caso Tav e l’assecondare una politica sui migranti non proprio condivisa. Per molti addirittura inaccettabile.
C’è poi una seconda fazione, che guarda a Di Battista e Roberto Fico, due che con la Lega romperebbero oggi stesso. La loro convinzione è che la collaborazione forzata stia fruttando alla Lega più di quanto non lo stia facendo per il MoVimento. Meglio altri quattro anni all’opposizione che al governo del compromesso, quello del cambiamento. Che sicuramente ha cambiato lo statuto e la morale dei Cinque Stelle.